In finanza, il Value at Risk (VaR) misura il rischio di mercato stimando la perdita, in termini monetari, che ci si aspetta sia superata con un dato livello di probabilità in un determinato periodo di tempo.
Il Value at Risk è fortemente influenzato da due variabili: il livello di probabilità scelto e il periodo di tempo nel quale si vuole calcolare il VaR.
A parità di condizioni se il livello di probabilità diminuisce, la stima di perdita fornita dal VaR aumenterà perché il VaR stimerà la perdita minima che ci si aspetta di superare con una probabilità minore. Ad esempio, se si passa da un 5% di probabilità ad una probabilità dell'1%, la perdita minima che ci sia spetta di superare aumenterà, in quanto la stima del VaR riflette una perdita meno probabile, pari all'1%. Al contrario se si passa da una probabilità dell'1% ad una probabilità del 5%, la perdita stimata dal VaR sarà minore.
La seconda variabile che influenza la stima del Value at Risk del portafoglio è il periodo temporale scelto. Maggiore il periodo temporale per il quale viene calcolato il VaR, maggiore è la perdita minima stimata dal Value at Risk. Questo perchè all'aumentare del lasso temporale, aumenta la probabilità di avere variazioni maggiori nel prezzo dei titoli. Ad esempio, è più probabile che il mercato azionario cali del 10% in un anno che in un giorno.
Il VaR permette quindi di avere un'idea della distribuzione delle probabilità del portafoglio e di darne una misura del rischio di mercato. Maggiore il VaR di portafoglio, maggiore è il rischio di mercato a cui è esposto i portafoglio.
Il vantaggio principale dell'utilizzo del VaR come strumento di misurazione del rischio di mercato di un portafoglio risiede nella sua semplicità di interpretazione. Allo stesso tempo il VaR può risultare non attendibile, in quanto sottovaluta i risultati estremi e non tiene conto della liquidità dei vari titoli che compongono il portafoglio.
Il Value at Risk è fortemente influenzato da due variabili: il livello di probabilità scelto e il periodo di tempo nel quale si vuole calcolare il VaR.
A parità di condizioni se il livello di probabilità diminuisce, la stima di perdita fornita dal VaR aumenterà perché il VaR stimerà la perdita minima che ci si aspetta di superare con una probabilità minore. Ad esempio, se si passa da un 5% di probabilità ad una probabilità dell'1%, la perdita minima che ci sia spetta di superare aumenterà, in quanto la stima del VaR riflette una perdita meno probabile, pari all'1%. Al contrario se si passa da una probabilità dell'1% ad una probabilità del 5%, la perdita stimata dal VaR sarà minore.
La seconda variabile che influenza la stima del Value at Risk del portafoglio è il periodo temporale scelto. Maggiore il periodo temporale per il quale viene calcolato il VaR, maggiore è la perdita minima stimata dal Value at Risk. Questo perchè all'aumentare del lasso temporale, aumenta la probabilità di avere variazioni maggiori nel prezzo dei titoli. Ad esempio, è più probabile che il mercato azionario cali del 10% in un anno che in un giorno.
Il VaR permette quindi di avere un'idea della distribuzione delle probabilità del portafoglio e di darne una misura del rischio di mercato. Maggiore il VaR di portafoglio, maggiore è il rischio di mercato a cui è esposto i portafoglio.
Il vantaggio principale dell'utilizzo del VaR come strumento di misurazione del rischio di mercato di un portafoglio risiede nella sua semplicità di interpretazione. Allo stesso tempo il VaR può risultare non attendibile, in quanto sottovaluta i risultati estremi e non tiene conto della liquidità dei vari titoli che compongono il portafoglio.
Commenti
Posta un commento