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Mercati finanziari: siamo in una bolla?


Dalla crisi del 2008, l'intervento delle varie banche centrali di tutto il mondo, con oltre 650 tagli ai tassi d'interesse accoppiato all'acquisto di oltre $10 trilioni di dollari di obbligazioni governative ed altri strumenti finanziari, ha elevato le valutazioni di tutti gli asset finanziari a livelli record, con rendimenti su strumenti i risparmio tradizionali come le obbligazioni ai minimi storici.

Questo contesto di "repressione finanziaria" ha spinto gli investitori, consapevolmente o meno, ad assumersi rischi molto maggiori per generare rendimento.



Caccia al rendimento: high yield e emergenti

I tassi negativi o a zero, portano gli investitori a comprare qualsiasi cosa abbia un rendimento positivo, senza valutarne o comprenderne il rischio. Infatti, negli ultimi anni le obbligazioni high yield si sono trasformate da un asset di nicchia ad allocazione principale di un portafoglio obbligazionario.  Ma gli investitori sono ripagati per il rischio assunto? No. 

Gli spread, ovvero l'extra rendimento di una obbligazione speculativa rispetto ad una obbligazione governativa di riferimento considerata priva di rischio, sono ai minimi dal 2008. E questa ricerca del rendimento a tutti i costi, sta portando gli investitori ad ignorare il fatto che una percentuale sempre più elevata di obbligazioni high yield è "covenant-lite", ovvero senza restrizioni sul comportamento dell'emittente durante la vita dell'emissione obbligazionaria (ad esempio rispettare determinanti indicatori di indebitamento, non pagare dividendi o non indebitarsi ulteriormente ecc.), cosa che dovrebbe aumentare il rischio di credito invece che ridurlo.


FRED® Graphs ©Federal Reserve Bank of St. Louis. 2017. All rights reserved. All FRED® Graphs appear courtesy of Federal Reserve Bank of St. Louis. https://fred.stlouisfed.org/

La caccia al rendimento non si ferma alle obbligazioni speculative, ma tocca anche le obbligazioni dei mercati emergenti. Un esempio emblematico è l'emissione di un obbligazione "centenaria" (con scadenza 100 anni) ad un rendimento dell'8% da parte dell'Argentina, recentemente tornata sui mercati dei capitali dopo il fallimento. Abbiamo provato sulla nostra pelle che l'Argentina è un paese che può fallire, 8 volte nel corso della sua storia, e come per le obbligazioni speculative, il rendimento non paga il rischio.

Volatilità azionaria ai minimi

Essendo del pensiero che la volatilità che ha sempre caratterizzato il mercato azionario sia ormai sparita, gli investitori cercano di generare reddito attraverso i dividendi che in molti casi risultano più alti delle cedole obbligazionarie. Aspettandosi poca volatilità, gli investitori incrementano il rischio del portafoglio.

L'indice VIX rappresenta la volatilità attesa utilizzata dagli investitori per prezzare le opzioni aventi come sottostante l'S&P 500:
  • quando l'indice VIX è basso significa che gli investitori si aspettano dei mercati con ridotta volatilità, 
  • quando l'indice VIX è alto significa che gli investitori si aspettano forte oscillazioni.   

In questo momento l'indice è al minimo storico.


FRED® Graphs ©Federal Reserve Bank of St. Louis. 2017. All rights reserved. All FRED® Graphs appear courtesy of Federal Reserve Bank of St. Louis. https://fred.stlouisfed.org/

Banche centrali: da eroi a cattivi?

Con le banche centrali che si preparano a normalizzare la politica monetaria riducendo la dimensione del proprio bilancio (vendendo gli attivi acquistati durante l'allentamento quantitativo) e alzando gradualmente i tassi d'interesse, i mercati testeranno la loro resistenza alla forza di gravità.

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